Dialogoi insieme all’Accademia di Belle Arti di Lecce per mettere in mostra la creatività

Presso la Dimora Storica Regia Domus Borgo Sette Torri a Giovinazzo (Ba)

13 Aprile 2023


Nella giornata del 11 marzo 2023 presso la Dimora Storica Regia Domus Borgo Sette Torri a Giovinazzo (Ba), il Distretto Dialogoi e l’Accademia di Belle Arti di Lecce sono stati partecipanti attivi nel seminario “Brand positioning: il marketing e i clienti target”; evento rientrante nel più grande progetto denominato “Fabbriche Aperte: le industrie incontrano i cittadini”.
L’industria Culturale e creativa è stata al centro dell’evento, portando in evidenza le specifiche che detengono i diversi attori del settore che, di conseguenza, ne caratterizzano gli elementi distintivi di ciascuno di essi.
L’Accademia di Belle Arti di Lecce ha risposto prontamente alla richiesta, da parte del Distretto Dialogoi, di una collaborazione proattiva, in grado di evidenziare l’importanza della formazione per far esprime al meglio la creatività che ogni studente possiede. In effetti, la creatività, espressione di ciascun artista, viene fatta sbocciare e crescere in Accademia, attraverso la sperimentazione di linguaggi innovativi; attraverso l’acquisizione di conoscenze e metodologie progettuali ed espressive, che coniughino tradizione, innovazione e tecnologie.

Oltre al dibattito e alle discussioni, proficue e stimolanti avvenute durante l’evento, i ragazzi dell’Istituto Amerigo Vespucci di Molfetta – indirizzo moda -, hanno potuto osservare alcuni abiti realizzati dall’impresa Via Della Spiga Milano, presentate dall’imprenditore Francesco De Gennaro, nonché Presidente di Confimi Bari Cultura e Turismo.
In questo incontro tra arte, imprese e studenti, tutti i partecipanti, relatori e ospiti, hanno potuto ammirare alcune opere degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, che attraverso la loro espressione artistica hanno contribuito alla realizzazione dell’evento.
In particolar modo, la mostra curata dalla Prof.ssa Giulia Netti e dal Prof. Tiziano Margiotta ha visto la partecipazione degli studenti Miriana Liberti, Ciro L’Abbate, Robert De Paolis, Claudia Marangio, Roberta Mazzanti e Ester Scrimieri, in rappresentanza delle diverse scuole dell’Accademia di Belle Arti di Lecce.


Scopriamo gli artisti e le loro opere in mostra

Miriana Liberti

Il suo percorso formativo nell’ambito delle arti parte fin dalle scuole secondarie dove si diploma in arti figurative. Successivamente, la sua formazione universitaria la vede crescere all’interno dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, dapprima presso la scuola di pittura per poi diplomarsi nella scuola di Nuove tecnologie dell’arte.
Il suo percorso artistico si basa su una narrazione personale iterativa che si riversa nella materia pittorica, per poi trasmutare nel multimediale. Interessata al proprio territorio, ha svolto alcuni interventi di valorizzazione e preservazione adeguata su memorie di impronta storico-sociale. In mostra con la sua opera “Melancolia”, di cui la stessa artista ne descrive le caratteristiche: “Un senso profondo di pervasiva tristezza ne paralizza l’azione. Melancolia o bile nega è uno dei quattro umori dalle cui combinazioni dipendono, il carattere e gli stati d’animo delle persone secondo la medicina greca. L’opera presenta degli autoritratti durante mere e principali azioni quotidiane; le quali nonostante il loro reiterare risultano non piacevoli, indulgono al passato e ne frastagliano il momento. In natura, esiste un fiore chiamato Honeysuckle, secondo dei rimedi naturali esso può aiutare a spezzare le catene del passato, catene nelle quali io vivo. Ed io mi auguro questo fiore. La scelta di quest’opera introspettiva è di auspicio ad una fase processuale la quale faccia cadere a terra tutti i chiodi, riportandomi lungo il mio cammino”.


Ciro L’Abbate

Il suo percorso formativo nell’ambito delle arti inizia con l’iscrizione all’Accademia di Belle Arti di Lecce nella scuola di pittura, dopo essersi diplomato in un istituto tecnico del barese.
Nel corso della sua formazione artistica e accademica indaga l’arte in tutte le sue forme, focalizzandosi con molta attenzione sulla pittura. La sua ricerca parte dagli insegnamenti dei maestri del passato per poi avvicinarsi ai grandi nomi del panorama contemporaneo.
Nell’ultima sua fase di studio accademico, egli decide di affrontare una tematica del tutto personale e autonoma, iniziando il ciclo pittorico chiamato “Ascendenti”.
In mostra con “Scorpione” e “Toro”.
Il lavoro è composto da una doppia facciata. Nella facciata anteriore delle tavole sono dipinti dei neonati che non hanno avuto modo di completare il loro ciclo di sviluppo; mentre nella parte posteriore, si può notare un cielo stellato dove degli astri si congiungono mostrando una costellazione.
Le due opere si mostrano in una dialettica chiara e concisa; non c’è alcuna forma di censura, addolcimento o riconsiderazione del soggetto, ad eccezione di un’aureola che circonda il capo pendente degli infanti.
I vari soggetti sono circoscritti da uno spazio monocromo e indefinito. La fruizione dei nascituri, così, diviene chiara e senza distrazioni visive, altrimenti date da elementi in sfondo. Non c’è volontà di rappresentare uno spazio fisico, ma si vuole far penetrare l’occhio in una dimensione metafisica.
Le costellazioni non sono scelte a caso, ma hanno una correlazione visiva con il soggetto a cui corrispondono. In particolar modo, la presa di coscienza dietro la figurazione non vuole aver un’accezione decadente e pessimista, bensì desidera mostrare la natura santifica celata dietro la mortificazione della carne. La natura corruttibile del corpo si va così a relazionare con la sublimità del cielo notturno, mostrando l’inscindibile relazione che c’è tra macrocosmo e microcosmo.


Robert De Paolis

Robert De Paolis inizia il suo percorso formativo frequentando la facoltà di Architettura a Firenze dove matura il suo interesse per il design e l’arte. Nel 2022 consegue il diploma di primo livello in Progettazione Artistica per l’Impresa presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce.
Durante il corso degli studi sviluppa una sua particolare ricerca artistica basata sull’uso di materiali che conferiscono alle opere realizzate una durata relativamente breve. Dal 2020 al 2023 molte sono le mostre a cui partecipa. Oggi è iscritto al biennio specialistico di Progettazione Artistica per L’impresa presso l’accademia di Belle Arti di Lecce.
In Mostra con Προμηθεύς (Promethéus).
Prometheus rubò il fuoco agli Dei per darlo al genere umano e la sua azione rappresenta l’origine della condizione esistenziale umana; inoltre donò agli uomini l’intelligenza e la memoria; doni che li avrebbero resi sempre più potenti e capaci. Per questo Zeus lo punisce facendolo incatenare dai suoi sgherri, Kratos e Bia, ad una rupe nella remota Scizia, secondo la versione di Eschilo, e inviando un’aquila, perché gli squarci il petto e gli dilani il fegato (che gli ricresce durante la notte). Partendo da questo mito greco si è costruita l’opera. Essa rappresenta appunto Prometeo, la base “terrosa”, nera, primordiale e indefinita, su cui si appoggia, anzi da cui è germogliato come un seme l’uomo, che, grazie al sacrificio del titano, è riuscito a raggiungere le più alte vette dell’intelligenza e della tecnica: un astronauta dorato (una stampa 3D in PLA), metafora delle straordinarie capacità dell’intelletto.


Claudia Marangio

Il suo percorso fprmativo e accademico inizia nel 2020 quando si inscrive al Corso di Progettazione Artistica per l’Impresa dell’Accademia di belle arti di Lecce, ad ora studentessa al terzo anno. Ammessa con borsa di studio per meritocrazia alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano – Naba-, opera nel campo artistico da sempre, grazie a diversi progetti attuati nelle scuole durante i suoi studi. Nel maggio 2022 espone per la prima volta la sua opera “Helen e, ma Eléna” nella galleria d’arte Dantebus, in via Margutta a Roma. Ad oggi è attiva nel campo della fotografia, sviluppando diversi progetti fotografici lavorando per la piccola società. Nel campo del design sviluppa una serie di progetti conformi a diverse branche della progettistica. In mostra con due diverse opere. La prima è intitolata “SEA FOAM”. Si tratta di un’opera di design basata sullo studio della diffusione della luce; è stata realizzata utilizzando legno di ulivo vivo e plexiglass; materiali lavorati a mano e definiti nel dettaglio per creare un prodotto finale disponibile anche alla vendita. La saldatura del plexiglas e la levigatura del legno, hanno permesso all’artista di creare un lume che ricordasse la spuma di mare, effetto dato dalla luce che incontra i fori del paralume, perfezionato da uno strato di pasta cristallo, applicata direttamente sul materiale.
L’opera, di dimensioni 24 cm x 20 cm, descrive l’immensità del mare che scalfisce la terra disegnando e raccontando il suo percorso sul bagnasciuga, attraverso la schiuma che lascia andare per ultima dopo che l’onda ha avvolto la sabbia delle sue mille gocce. È nei versi che il mare lascia scorrere che l’artista ha voluto sviluppare questo progetto, concentrandosi sulle tracce che il mare lascia l’uomo durante il loro dialogo sulla riva. La spuma di mare (sea foam) è, dunque, la scia delle onde che il mare lascia sul bagnasciuga, descrivendo il proprio cammino a chi lo guarda; quel moto perpetuo che costantemente lo agita, lo diverte e che vuole condividere con la terra che non bagna del tutto. La spuma rinnova continuamente il ricordo delle gesta del mare su ciò che incontra, lasciandole un segno che dopo qualche secondo sarà cancellato.
La seconda opera è intitolata BLINDING LIGHT.
Si tratta di un progetto fotografico che nasce dal bisogno di raccontare le varie fisicità che caratterizzano l’essere umano nel mondo, quel carattere che ci contraddistingue e ci dona un’identità, la nostra. Ogni scatto è stato selezionato in base all’identità caratteriale dei soggetti, ad ogni personalità è stato associato un colore, una forma e un’intensità tale da descrivere pienamente chi fossero, indipendentemente dalle loro fisicità. Ogni scatto è stato realizzato all’interno di una stanza buia, le cui modelle hanno posato dinanzi ad un telo per still life ed un proiettore che proiettava dei disegni che l’artista ha realizzato per ognuna delle ragazze. Il progetto, stampato su carta fotografica 20×30 cm, comprende una serie di 20 foto, dov’è tutte le ragazze hanno espresso le loro emozioni mettendosi a nudo di fronte all’obiettivo.
La macchina che è stata utilizzata è una Nikon d3500, con un obiettivo 18-140mm.


Roberta Mazzanti

Il suo percorso formativo e accademico inizia nel 2020 quando decide di iscriversi al Corso di Progettazione Artistica per l’Impresa presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Ad oggi frequenta il terzo anno ed è membro della Consulta Studentesca.
In mostra con Ri-Kintsugi.
Il progetto Ri-Kintsugi prende ispirazione nell’estetica e nella filosofia proprio dalla tecnica giapponese del Kintsugi. Si tratta di un abito-scultura con annesso corsetto realizzato in Cadì, Organza e Tulle con applicazioni in Porcellana fredda realizzata a mano e Cavi elettrici. Dietro la realizzazione del progetto c’è un significato profondo, afferma l’artista: “come i Giapponesi si prendono cura degli oggetti in ceramica arricchendone e esaltandone le ferite, noi dovremmo prenderci cura di noi stessi sfruttando tutti quegli aspetti di noi che ci sembrano insignificanti, ma che ci distinguono dagli altri”. La base dell’abito realizzata in Cadì e Organza crea un effetto cangiante metafora del cambiamento che appartiene all’animo umano. L’artista prosegue: “Il vedo – non- vedo della gonna in Tulle è paragonabile al nostro comportamento nei confronti del Mondo a cui spesso ci mostriamo nascosti dietro delle corazze che anche se sottili mostrano una versione deformata di noi stessi. I frammenti di porcellana fredda realizzati partendo dalle materie prime sono il simbolo di tutte le esperienze che ci segnano nel corso della vita. Infine, i cavi che si in crociano fra loro sono come le scelte che compiamo, a volte ci portano verso strade chiuse, altre volte ci portano ad altri incroci”.


Ester Scrimieri

Il suo percorso formativo e accademico inizia nel 2019 quando decide di iscriversi al Corso di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Ad oggi frequenta il terzo anno ed è membro della Consulta Studentesca.
In mostra con PIN.
PIN è un progetto pretenzioso che sfida i canoni classici della moda mettendo in contrapposizione due materiali molto diversi t r a loro. L’ abito – scultura presenta sulla parte superiore una morbida canotta nera di organza trasparente con delle maniche fluttuanti, contornata infine da una collana di spille regolabili, sulla parte inferiore, invece, troviamo una gonna con base in rete di tessuto cucita all’uncinetto, sulla quale sono state applicate successivamente le spille da balia sovrapposte. PIN è un insieme di concetti e di messaggi , in primo luogo ciò che rende differente e non convenzionale l’abito – scultura è la scelta dei materiali, che relazionandosi fra loro mettono in evidente contrasto la morbidezza e la trasparenza dell’ organza con la durezza e la pesantezza delle spille da balia predisposte in modo tale da poter sembrare una vera e propria armatura; la cosa che rende differente quest’abito è l’uso improprio delle spille da balia utilizzate spesso nella quotidianità come supporto all’abito , in questo caso invece le vediamo protagoniste dell’abito stesso. Questo progetto riesce in qualche modo a fare risaltare un aspetto estetico che negli oggetti di uso comune solitamente viene sottovalutato per lasciar spazio ad un aspetto più funzionale.

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